Il Mese della fotografia 2023
“Ai confini del sacro”
Mostra fotografica di Monika Bulaj
Inaugurazione: 5 maggio ore 18.00 con la presenza della fotografa
Periodo esposizione: 8 – 26 maggio
Luogo: Centro Trevi – TreviLab, Via Cappuccini 28 – Bolzano
Orario: da lunedì a venerdì dalle ore 09 alle 20
INGRESSO LIBERO
Per maggiori info scrivi qui
“SUI SENTIERI DEL SACRO: INCONTRO TRA LE FEDI”
Un viaggio attraverso le religioni
«Non chiedermi di quale religione sono», le disse uno sconosciuto che la ospitò a Kabul, «chiedimi se sono una persona buona».
Da qui desideriamo partire per un viaggio attraverso le religioni, senza dimenticare che alla base di tutti i dogmi e di tutte le fedi c’è l’uomo, con la sua continua ricerca di risposte al senso dell’esistenza.
Oltre i confini d’Europa, ci sono luoghi che hanno visto sorgere religioni dalla lunga tradizione. In quelle terre, per millenni, le genti hanno condiviso venerazione di santi, gesti, simboli, miti, canti, dei.
È proprio da questi luoghi che Monica Bulaj ha intrapreso il suo viaggio di conoscenza e spiritualità, incontrando i cristiani del Pakistan, i maestri sufi d’Etiopia e Iran, gli sciamani afghani, gli ultimi pagani del Hindu Kush e degli Urali, i nomadi tibetani, le sette gnostiche dei monti Zagros.
Monika Bulaj sta costruendo un atlante delle minoranze a rischio e dei luoghi sacri condivisi: le ultime oasi di incontro tra fedi, zone franche assediate dai fanatismi armati, patrie perdute dei fuggiaschi di oggi, luoghi dove gli dei parlano spesso la stessa lingua franca, e dove, dietro ai monoteismi, appaiono segni, presenze, gesti, danze, sguardi. Le opere, molto concrete, che Monika Bulaj ci propone nella mostra “Ai confini del sacro” aprono dimensioni diverse. Un viaggio, un modo di guardare diversamente la carta geografica: le sue fotografie mostrano che un altro mondo è possibile. Invece di voler uniformare tutta l’umanità distruggendo le differenze, bisogna arricchirsi delle varietà culturali e linguistiche e lasciarsi guidare dalle opere di Monika Bulaj per tornare alle origini della spiritualità.
Monika Bulaj in un’intervista afferma “Lavoro da molti anni per descrivere i rapporti tra le religioni monoteistiche e su cosa c’è in comune. Più che la religione, però, mi interessa l’uomo, il suo corpo e la sua sacralità. Molto spesso però questo lavoro trascende, trasgredisce lo spazio cosiddetto “sacro” e si concentra su qualcosa che potrei chiamare “il sacro del quotidiano”, ovvero la religiosità che le persone manifestano quotidianamente attraverso i loro gesti o il loro comportamento. È difficile fotografare, non la religione, bensì la religiosità delle persone. A me interessa non solo la religiosità individuale, ma anche mostrare come questa forza diventi qualcosa che muove gli uomini in una direzione collettiva. Questa si manifesta nel corpo. Il corpo che nel rito si offre al divino o alla divinità. Oggi il mondo sta cambiando, il Medio Oriente è diventato altra cosa rispetto agli anni ‘60 o ‘70 a causa delle continue guerre. Ho descritto e documentato tanti mondi fragili, alcuni dei quali sono già stati attaccati e “ripuliti” dai fondamentalismi. Questi luoghi non esistono soltanto nell’islam. Credo sia importante parlarne in questi termini anche delle minoranze religiose che stanno scomparendo sotto i nostri occhi senza che nessuno se ne accorga.”
Monika Bulaj, è una fotografa, giornalista, scrittrice di viaggio, documentarista. È specializzata su temi sociali e religiosi.
Nata in Polonia, ha studiato filologia polacca all’Università di Varsavia, frequentando anche corsi di antropologia, storia, biblistica e filosofia. Dal 1993 vive in Italia. Fino al 2002 è stata attrice e regista teatrale e ha dedicato parte del suo lavoro all’insegnamento in campo teatrale. Nel 1985 ha cominciato a fare le sue prime ricerche in Polonia sulle minoranze etniche e religiose e in particolare sui lemki (Łemkowie), la memoria ebraica e sui popoli romaní. Il suo campo di ricerca in seguito si amplia all’Europa orientale, Caucaso, Medio Oriente, Africa, altipiano iranico, Asia centrale, Russia, Afghanistan, Haiti e Cuba.
Le serate del fotoreportage
Faranno cornice alla mostra di Monika Bulaj ulteriori tre conferenze, il 12, il 19, e il 26 maggio, dove altrettanti famosi fotografi presenteranno alcuni loro reportage inerenti alla medesima tematica. Essi ci porteranno a scoprire antiche religioni lontane ed altre manifestazioni legate a fedi e tradizioni antiche.
Anche questi incontri si terranno al primo piano del Trevi-Lab alle ore 18:00.
Il 12 maggio il fotografo Fausto Podavini porterà a Bolzano il suo lavoro “IN THE MIDDLE OF BLACK CHRISTIANITY”. Un’ indagine sulla più antica religione autoctona dell’Africa, la Chiesa Etiope Ortodossa Tewahedo. Il culto nacque secoli fa grazie all’incontro tra la regina di Saba e il re Salomone ed è rimasto ancora molto attivo e partecipato sopratutto nella regione del Tigrai a nord dell’ Etiopia.
Il 19 maggio, invece, Valeria Gradizzi, con “IL SEGRETO DELLA GRANDE MADRE” , ci farà scoprire un’antica pratica ancora oggi diffusa in molte parti del mondo “Lo sciamanesimo”. Questa pratica si fonda su conoscenze ancestrali e credenze tramandate oralmente e attraverso tecniche magico-rituali ed estatiche avvia il proprio processo di conoscenza e guarigione. Trova le sue radici nel culto degli antenati e nella connessione con la natura cerca l’equilibrio tra la realtà visibile e quella invisibile.
Le conferenze fotografiche si concluderanno il 26 maggio con “THE FACES OF BUDDHA”, reportage di David Marciano, il quale, esplorando la regione autonoma del Tibet, racconterà attraverso le sue splendide immagini le antiche tradizioni del popolo e della sua religione, mostrando la solidarietà e la ricchezza d’ animo che permea questa straordinaria comunità, la quale ha saputo tramandare e riportare nella semplicità del quotidiano l’ insegnamento della propria dottrina.
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